lunedì 28 dicembre 2009
Silenzio, prego.
Noi tacciamo.
Keith Jarrett Solo Concert (oserei dire solissimo, là in alto).
Prego.
giovedì 24 dicembre 2009
GRAZIE
domenica 6 dicembre 2009
Henry David Thoreau
Thoreau nacque a Concord (Usa) nel 1817. E' stata una delle menti più profonde dell'800. E secondo molti è stato nettamente sottovalutato. Viene considerato un trascendentalista, anche se di ciò ce ne importa fino a ad un certo punto. Quel che più conta è che era davvero uno spirito libero. Un sognatore. Un Uomo. Uno che se non accettava qualche cosa lo diceva, lo dimostrava, si metteva in prima linea. Ad esempio nel 1846 non pagò la tassa che gli Usa richiedavano per la loro guerra nei confronti del Messico. Fu arrestato e passò una notte in carcere. Da questa esperienza è nato, nel 1849, Disobbedienza Civile, testo fondamentale sulla nonviolenza, non a caso questo volume influenzò molto il pensiero di Gandhi e di Luther King. Davvero un uomo meraviglioso, Thoreau! Pensate che un bel giorno decise di provare a vivere in riva ad un lago, nella poprietà di un suo conoscente. Così nel 1847 si costruì una capanna in legno e vi si trasferì. In questo luogo passò più di due anni. Annotando ogni cosa curiosa e non, vivendo a stretto contatto con la natura, l'acqua, gli animali.
Per sopravvivere piantava fagioli e ne barattava una parte in cambio di alimenti di prima necessità e faceva qualche lavoretto in paese. Sostenne che con il lavoro di qualche settimana, riusciva a sostentarsi tranquillamente. Ovviamente pescava, cacciava e faceva legna. Anche se in un secondo momento, avendo provato con le sue proprie mani a togliere la vita ad altri esseri viventi, scrisse così: "Non ho dubbio che appartenga al destino della razza umana, nel suo graduale miglioramento, smettere di mangiare animali, allo stesso modo che le tribù selvagge hanno smesso di mangiarsi l'un l'altra quando vennero in contatto con le più civili." E ancora: "Un agricoltore mi dice: "Non puoi vivere solo di alimenti vegetali, perché non forniscono nulla con cui farci le ossa"; e così lui dedica religiosamente una parte della giornata a rifornire il suo sistema con la materia prima delle ossa; camminando e parlando dietro i suoi buoi, che, con ossa piene di vegetali, spingono lui e il suo ingombrante aratro, quale che sia l'ostacolo."
Da questi due anni davvero liberi, riflessivi, selvaggi, nacque Walden - La vita nei boschi. Un libro fondamentale. Da leggere.E se ne avete la possibilità, leggetelo quando vi trovate nella natura. In montagna, al mare, in campeggio o dove vi pare, osservando così, grazie al'aiuto di Thoreau, la vita che ci circonda. Con altri occhi. Occhi più leggeri, più vivi, più vostri. Occhi che diventano più poveri materialmente per diventare spiritualmente ricchissimi.
Thoreau era inoltre un gran camminatore. Amava davvero il camminare. Si inoltrava sepsso nei boschi e nella campagna, camminando. Questo gli dava gioia, serenità, contatto col divino. Scrisse addirittura un breve saggio: L'arte del Camminare. Vi consiglio anche questo.
Buona lettura. E fatemi sapere le vostre opinioni.
Pace.
giovedì 26 novembre 2009
Poesia/3
10 chiari segni di una morte imminente e/o
di una malcelata schizofrenia
1) mangio riso in bianco
2) non dormo
3) grido nel buio
4) converso con le zanzare
5) litigo amaramente con me stesso
6) faccio una doccia alle 5:14
7) anticipo il canto dei galli
8) lecco il rosmarino
9) conto i fagioli nelle scatole
10) annuso le scarpe
martedì 17 novembre 2009
Poesia/2
Troppo
Le siepi erano onde verdi
nel buio.
Gelido vento.
Entrammo a quella festa
ed era un cimitero
seduto.
Bevvi e urlai per un paio d’ore
buone:
“Bella festa! Complimenti!”
E così via.
Sfondai un divano
e ruttai alla Luna.
Poi tutto fu troppo
da sopportare.
Per loro.
Per me.
E presi la via di casa.
Molto Forte, Incredibilmente Vicino
Eccomi.
Ho letto in questi giorni un libro meraviglioso. L'autore è Jonathan Safran Foer, già autore di "Ogni cosa è illuminata", dal quale è stato tratto l'omonimo film. Il libro si intitola "Molto forte, incredibilmente vicino" e tratta la storia di un ragazzino che ha perso il padre nell'attacco alle Twin Towers. Ma la maniera in cui è scritto, il modo in cui l'autore ti mette a mollo nei pensieri e nei sentimenti del piccolo Oskar, sono decisamente straordinari. Non riesci a staccarti dalle pagine, realmente. E non importa il telefono che squilla, le auto là fuori o qualunque altra cosa. L'unico pensiero è la storia in questione e proprio vuoi sapere che ne sarà di lui, di sua madre, della nonna e in fondo di tutti noi.
Ecco il link de "La Stampa":
giovedì 5 novembre 2009
Alda Merini
IL GIORNO DEI "VAMPIRI"
giovedì 15 ottobre 2009
lunedì 12 ottobre 2009
Antonio Machado
Questa è la sua produzione poetica:
- Solitudini (Soledades, 1903)
- Campi di Castiglia (Campos de Castilla, 1912)
- Nuove canzoni (Nievas canciones, 1917- 1930)
- Il canzoniere apocrifo (El cancionero apócrifo, 1926)
- Proverbi e cantari (Proverbios y cantares).
- Poesie complete (1917, 1928, 1933, 1936)
Vi propongo, qui, uno tra i suoi più bei poemi. Un poema che ho avuto modo di conoscere percorrendo il Camino.
Praticamente ogni giorno c'era qualcuno che pronunciava questa frase: "Caminantes no hay camino, se hace camino al andar".
Erano guizzi di generosità e frasi smorzate tra augurio e scaramanzia. In un viaggio che comincia ma non sai se finisce.
Buon Cammino a tutti, allora.
Caminante no hay camino
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.
Caminante, no hay camino
sino estelas en el mar...
Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.
martedì 29 settembre 2009
Charles Bukowski, Hank per gli amici.
Capii che dietro quell'immagine, autocostruita, di bevitore, donnaiolo, cane rancoroso e sporco c'era, chiusa a più mandate, un'anima sensibile, dolce e poetica. Hank amava molto dipingere, ascoltava quasi esclusivamente musica classica e ne era un gran esperto. Amava i gatti (arrivò a possederne addirittura 9), e aveva un incondizionato amore per gli animali.
Consiglio a tutti i suoi romanzi, i suoi racconti e soprattutto le poesie. Charles è un grande del secolo passato, da scoprire giorno per giorno, verso dopo verso.
1) La differenza tra democrazia e dittatura è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una dittatura non c'è bisogno di sprecare il tempo andando a votare.
3) La maggior parte della gente era matta. E la parte che non era matta era arrabbiata. E la parte che non era né matta né arrabbiata era semplicemente stupida.
4) Il migliore interprete dei sogni è chi li fa.
Una poesia:
I gemelli
a volte insinuava che ero un bastardo e io gli dicevo di ascoltare
Brahms, e gli dicevo di mettersi a dipingere e di bere e di non farsi
dominare dalle donne e dai dollari
ma lui mi gridava: Per Amor di Dio ricorda tua madre,
ricorda il tuo paese,
ci farai morire tutti!...
giro nella casa di mio padre (che aveva finito di pagare
dopo 20 anni dello stesso lavoro) e guardo le sue scarpe stecchite
il modo in cui i suoi piedi incresparono il cuoio, come se irosamente
stesse piantando rose, e così era, guardo la sua morta sigaretta,
la sua ultima sigaretta
e l'ultimo letto in cui dormì quella notte, e sento che forse dovrei
rifarlo
ma non posso, perché un padre è sempre il tuo maestro anche quando
non c'è più; credo che queste cose siano accadute molto spesso
ma non posso fare a meno di pensare
morire su un pavimento di cucina alle 7 del mattino
mentre gli altri friggono le uova
non è poi così brutto
se non càpita a te.
esco, stacco un'arancia e le tolgo la buccia lucente;
le cose sono ancora vive: l'erba cresce ch'è un piacere,
il sole fa piovere i suoi raggi tra i giri di un satellite russo
un cane, sciocco, latra chissà dove, i vicini spiano dietro le tendine.
io qui sono un estraneo, e sono stato (immagino) la pecora nera,
e non dubito che m'abbia dipinto proprio bene (il vecchio e io
lottavamo come leoni di montagna) e dicono che abbia lasciato tutto
a una donna di Duarte ma non me ne importa un fico - se lo tenga:
era il mio vecchio
ed è morto
dentro, mi provo un vestito celeste
la cosa migliore che abbia mai indossato
e muovo le braccia come uno spaventapasseri nel vento
ma non serve:
per quanto ci odiassimo
non posso tenerlo in vita.
identici eravamo, avremmo potuto essere gemelli
il vecchio e io: almeno così dicevano
teneva i suoi bulbi nel crivello
pronti per essere piantati
mentre io me la spassavo con una battona della 3^ strada.
va be', lasciateci questo momento: ritto davanti a uno specchio
nel vestito di mio padre morto
mentre aspetto
di morire anch'io.
Immagini:
Buona lettura a tutti.
lunedì 28 settembre 2009
Ciao a tutti i miei lettori immaginari!
Ecco qua qualche link per riflettere. Per godere delle parole del Mahatma. Per ritornare indietro, andando avanti.
http://www.youtube.com/watch?v=c3pXxXzrjgQ
http://www.youtube.com/watch?v=4KjlpVVtNxw
Ottobre è il mese delle castagne, degli stupendi pesaggi d'autunno.
giovedì 7 maggio 2009
Ecco il primo!
