Devo ringraziare
un uomo.
M’ha preso per
la collottola
mentre affondavo nella merda
fumante.
M’ha detto:
“Non ti preoccupare
pivello,
il mondo brucia
e io ho sopportato
le stesse parole,
le stesse ore,
le stesse facce.
Per me è stato
un fratello
un padre
un amico
un professore
un confessore
un idolo
Dio.
E’ stato il rifugio
delle tante notti
in cui la stanza
diventava un’eco
suicida.
E’ morto 15 anni fa,
quando io ne avevo più o meno 11
e lui più di 70.
Non l’ho mai visto.
Né conosciuto.
Ma ci tenevo a dirgli grazie.
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