martedì 29 settembre 2009

Charles Bukowski, Hank per gli amici.

Chiamatemi Hank, Charles era mio padre.

Charles, o meglio Hank, variante del suo secondo nome Henry, nacque in Germania, ad Andernach nel 1920. Nel 1922 tutta la famiglia migrò negli States in cerca di fortuna. Il piccolo Hank nei primi anni di scuola, veniva spesso preso in giro ed escluso. Sia per le sue origini che per il suo accento. E in seguito per i suoi comportamenti bizzarri e per una disastrosa acne giovanile. Suo padre, che era un ufficiale dell'esercito, usava picchiare il piccolo Buk nel bagno della loro casetta nella periferia di Los Angeles. Era un violento terrorizzato dal giudizio dei vicini di casa. Gli anni più duri furono quelli della Grande Depressione. Il padre era spesso disoccupato e sfogava tutta la propria follia sull'unico figlio e sulla moglie Katharina. Questi anni sono descritti magistralmente in Ham on rye - Panino al prosciutto.

Per me fu un caso. Trovai questo libro in un supermercato. Mi colpì il titolo e poi girava per casa un libro di poesie di questo strano Bukowski. Di certo un cognome con un suono stupendo.
Comprai il libro e lo divorai in quella notte. Risi, piansi, mi congratulai con quel folle per la sua penna magica, vera, ironica, sincopata. Fu amore. Comprai tutti i suoi libri, racconti, poesie, raccolte, biografie, film....

Capii che dietro quell'immagine, autocostruita, di bevitore, donnaiolo, cane rancoroso e sporco c'era, chiusa a più mandate, un'anima sensibile, dolce e poetica. Hank amava molto dipingere, ascoltava quasi esclusivamente musica classica e ne era un gran esperto. Amava i gatti (arrivò a possederne addirittura 9), e aveva un incondizionato amore per gli animali.

Hank a forza di essere preso a pugni da suo padre e dal Sogno Americano, aveva messo al riparo le sue parti più belle indifese. Ma che ci sono e sono da ricercare specialmente nei lavori poetici.

Consiglio a tutti i suoi romanzi, i suoi racconti e soprattutto le poesie. Charles è un grande del secolo passato, da scoprire giorno per giorno, verso dopo verso.

Ecco qua alcune citazioni:

1) La differenza tra democrazia e dittatura è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una dittatura non c'è bisogno di sprecare il tempo andando a votare.

2) Pensate di trovare poesie nelle riviste poetiche? Le cose non sono così semplici.

3) La maggior parte della gente era matta. E la parte che non era matta era arrabbiata. E la parte che non era né matta né arrabbiata era semplicemente stupida.

4) Il migliore interprete dei sogni è chi li fa.

Una poesia:

I gemelli


a volte insinuava che ero un bastardo e io gli dicevo di ascoltare
Brahms, e gli dicevo di mettersi a dipingere e di bere e di non farsi
dominare dalle donne e dai dollari
ma lui mi gridava: Per Amor di Dio ricorda tua madre,
ricorda il tuo paese,
ci farai morire tutti!...

giro nella casa di mio padre (che aveva finito di pagare
dopo 20 anni dello stesso lavoro) e guardo le sue scarpe stecchite
il modo in cui i suoi piedi incresparono il cuoio, come se irosamente
stesse piantando rose, e così era, guardo la sua morta sigaretta,
la sua ultima sigaretta
e l'ultimo letto in cui dormì quella notte, e sento che forse dovrei
rifarlo
ma non posso, perché un padre è sempre il tuo maestro anche quando
non c'è più; credo che queste cose siano accadute molto spesso
ma non posso fare a meno di pensare
morire su un pavimento di cucina alle 7 del mattino
mentre gli altri friggono le uova
non è poi così brutto
se non càpita a te.

esco, stacco un'arancia e le tolgo la buccia lucente;
le cose sono ancora vive: l'erba cresce ch'è un piacere,
il sole fa piovere i suoi raggi tra i giri di un satellite russo
un cane, sciocco, latra chissà dove, i vicini spiano dietro le tendine.
io qui sono un estraneo, e sono stato (immagino) la pecora nera,
e non dubito che m'abbia dipinto proprio bene (il vecchio e io
lottavamo come leoni di montagna) e dicono che abbia lasciato tutto
a una donna di Duarte ma non me ne importa un fico - se lo tenga:
era il mio vecchio

ed è morto

dentro, mi provo un vestito celeste
la cosa migliore che abbia mai indossato
e muovo le braccia come uno spaventapasseri nel vento
ma non serve:
per quanto ci odiassimo
non posso tenerlo in vita.

identici eravamo, avremmo potuto essere gemelli
il vecchio e io: almeno così dicevano
teneva i suoi bulbi nel crivello
pronti per essere piantati
mentre io me la spassavo con una battona della 3^ strada.

va be', lasciateci questo momento: ritto davanti a uno specchio
nel vestito di mio padre morto
mentre aspetto
di morire anch'io.

Immagini:


Buona lettura a tutti.

1 commento:

  1. Conosco un solo scrittore che ha il suo stesso stile CREVIGO' : uno scrittore moderno e con titoli stupendi.Il suo libro attuale è "UN FIORE,UN CULO",ironico,malinconico,irriverente,stupendo.

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